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E ora parliamo di kevin 5000

Version: 99.56.75
Date: 04 March 2016
Filesize: 338 MB
Operating system: Windows XP, Visa, Windows 7,8,10 (32 & 64 bits)

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Eva ha messo da parte le sue ambizioni professionali e il suo amore per New York per crescere Kevin in provincia e in tranquillità, ma il rapporto tra madre e figlio è sempre stato complicato, fin dal principio. Da neonato non smetteva mai di piangere, da bambino non parlava, poi non ha mai fatto altro che disobbedire. Tutto contro la madre, per provocarla e addolorarla. A 16 anni, infine, Kevin ha premeditato e commesso il peggio: una strage, a scuola. Due anni dopo, Eva ripercorre i ricordi, in cerca delle proprie mancanze, delle proprie responsabilità e di un perché. Per il suo terzo film, la regista Lynne Ramsay ha trovato ispirazione nel controverso romanzo di Lionel Shriver, ovvero di un'altra donna, nonostante il nome. D'altronde al centro del dramma ci sono alcune tra le domande che più scuotono l'identità femminile: come gestire la responsabilità della maternità, per esempio, il suo essere, da un preciso momento in poi, per sempre e nonostante tutto. E il cuore del film è sicuramente nella storia d'amore tra madre e figlio, un amore-odio, pieno di ambiguità e di non detti, fatto non si sa bene se di troppa remissione, di eroica resistenza o di incontrollabile destino. Lo porta in superficie Tilda Swinton, con la rigidità che è corazza del personaggio, in verità esploso dentro, ma anche con una varietà di emozioni ben impressionanti. Non la si vedeva così convincente dalla prova di Michael Clayton. Sul fronte estetico il film è molto insistito. Troppo. Il colore del sangue è declinato e ripreso in tutti i modi possibili, con la sequenza dedicata e disturbante dei corpi imbrattati e annegati nel pomodoro - che setta immediatamente gli assi cartesiani della tragedia in corso, quello lirico e quello quot;diano, famigliare - e poi con la vernice, la marmellata, la stampa sulla T-shirt, le ferite, i bersagli. Anche il montaggio è studiatissimo, rimescolato al.
Non è un buon periodo per il box office italiano, c’è un nuovo calo, anche se piuttosto contenuto. Forse ci ha messo qualcosa anche l’offerta non molto ricca anche se sono stati diversi i titoli che hanno fatto molto peggio del previsto. Al primo posto resta Com’è Bello Far L’ Amore che pur perdendo un altro 40% incassa un altro milione e mezzo di euro, avvicinandosi ai 5 totali. In ogni caso, anche valutando la media per sala, il film di Fausto Brizzi ha avuto una performance decisamente sotto tono. Un pò a sorpresa arriva al secondo posto In Time, film fantascientifico diretto da Andrew Niccol, andato male negli Stati Uniti. Ha incassato 1,3 milioni di euro, con quasi 5000 euro di media per sala, la più alta di tutto il week end. Poco sotto, con 1,1 milioni Paradiso Amaro che ottiene comunque la seconda migliore media del fine settimana. Si posiziona quarto Hugo Cabret, 1 milione, superando il tetto dei 5,3 milioni complessivi. Decisamente male l’esordio di War Horse, in quinta posizione ed “appena” 545mila euro, con una media per sala molto bassa. In sesta posizione arriva Benvenuti al Nord, che ormai ha quasi raggiunto gli incassi del primo episodio, 26,6 milioni. Tiene anche Tre Uomini e una Pecora, con 479mila euro, totale superiore a 1,5 milioni, ottavo arriva Jack & Jill, uno dei tanti pessimi esordi del week end. Nono Mission Impossible: Protocollo Fantasma (quasi 6 milioni complessivi) e 40 Carati (che supera di poco i 700mila euro complessivi. Tra le altre uscite passate praticamente in sordina segnaliamo anche l’interessante horror ATM – Trappola Mortale, 14esimo con 117 ed il più che disastroso E Ora Parliamo di Kevin, 24esimo posto ed appena 22mila euro.

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